Ciao a tutti!
Oggi volevo raccontare una storia che mi è venuta in mente dando uno sguardo di insieme al perché siamo venuti qua in Canada ed a quello che stiamo cercando.
C’era una volta (perché tutte le favole iniziano così) uno stagno. Era uno stagno piccolo, grazioso, pieno di anfratti e insenature ricche di ogni varietà di piante e fiori. Profumi di ogni genere che pervadono l’aria in ogni istante del giorno ed in ogni stagione. Una ricchezza di flora che ogni altro stagno invidiava ed ammirava segretamente. In questo stagno viveva un piccolo papero con la sua compagnia di amici. Viveva in una delle parti più tranquille dell’acquitrino, circondata dalle altre famiglie di paperotti che sguazzavano e vivevano in sintonia. Il papero e la sua cerchia di amici erano soliti divertirsi un sacco sulle sponde, fra i giunchi ed i papiri, con le rane e le ninfee. Stavano crescendo insieme ed insieme stavano cominciando a capire che nello stagno non tutto andava bene come credevano. Il clima che si respirava cominciava ad essere pesante ed il papero notava che la felicità che aveva provato da piccolo stava pian piano svanendo… e non capiva il perché.
Aveva deciso di indagare su questa sua sensazione, si poneva delle domande e le poneva a chi incontrava: a sua mamma, ai suoi amici, perfino parlando con persone incontrate per strada chiedeva cosa stava succedendo, perché aveva perso la spensieratezza e perché si sentiva così oppresso. La risposta era una e gli era stata suggerita da un vecchio papero pieno di rughe, che si vantava di aver vissuto più di tutti quanti i paperi dello stagno messi assieme. “Da qualche tempo, in questi paraggi non si vedono più due delle papere più famose e ricercate di ogni tempo: i loro nomi sono Prospettiva e Serenità… è da quando se ne sono andate che qua la musica è cambiata”.
Il papero non conosceva queste due figure, forse aveva sentito narrare di loro da sua mamma in qualche storia della buonanotte… fattostà che si era incuriosito alquanto e voleva provare a capire perché tutto sembrasse così buio senza di loro.
Aveva avuto notizia di altri stagni dove non si respirava questo clima, l’acqua era più limpida e le papere vivevano in maniera differente. Giorno dopo giorno maturava il desiderio di visitare questi luoghi e capire perché l’esistenza di quelle papere sembrava migliore. 
Un bel giorno, il papero decise di partire per questi luoghi, nuovi e pieni di segreti da svelare. Aveva sentito di un laghetto molto diverso da quello nel quale stava e dove tutta la fauna viveva in armonia, un’armonia che pareva perduta nel suo luogo natio. Lasciare il luogo dove era cresciuto ed affrontare un viaggio così lungo non era certo una cosa così leggera da affrontare ma più andava avanti e più la curiosità per quel luogo cresceva e lo aiutava ad affrontare la situazione. 
Giunto a destinazione, l’aria che respirava sembrava davvero diversa… tutto intorno a lui era differente, non peggiore ma semplicemente organizzato. Tutto dava la sensazione di essere esattamente dove doveva essere. Non come la vita caotica e disorganizzata alla quale era abituato nella sua acqua, nella quale non si capiva più nulla di come dovessero essere viste le cose. 
Girovagando ed esplorando il nuovo specchio d’acqua cristallina, il papero si accorse che nonostante la sua terra natia gli mancasse, qua si trovava bene… Gli abitanti dello stagno erano ospitali e l’ambiente stesso lo metteva a suo agio. Non era così antico questo laghetto, non aveva certe piante e nulla o quasi gli ricordava casa, ma non gli importava, aveva capito che in questo spazio le cose funzionavano davvero ed erano di una semplicità inconcepibile per lui.
Dopo qualche tempo, il paperotto aveva preso un po’ di confidenza con l’ambiente e, parlando alle altre papere, era venuto a sapere di due esemplari dai nomi affatto sconosciuti: Serenità e Prospettiva. Andò subito da loro e chiedere spiegazioni su quello che stava accadendo e su cosa ci facevano così lontano da casa. Non fece fatica a trovarle, diciamo che tutti o quasi le conoscevano. Attirata la loro attenzione, con le lacrime agli occhi e quasi gridando gli chiese perché avevano abbandonato il loro luogo natio, perché avevano abbandonato tutte quelle papere e tutti quegli animali che confidavano nella loro presenza e nella loro guida. Le papere, per nulla scosse, accolsero con un sorriso la protesta del piccolo papero: -Ti sembrerà strana la nostra risposta- dissero quasi all’unisono -ma noi non ce ne siamo andate, bensì siamo state cacciate. Eravamo ben felici di fare da guida e da consiglieri in quello stagno… poi tutto è cambiato. Prima è sparito Buon Senso, il ranocchio al quale tutti chiedevano consiglio prima di affrontare qualcosa che non capivano. E’ sparito all’improvviso, nessuno sa dove sia andato. Senza di lui, le persone hanno cominciato a non venire più da noi ed anzi, avevano perso la fiducia in noi. Nonostante tutti i nostri appelli e preghiere,  pochi o nessuno voleva più vedere in noi qualcosa di buono. Così bistrattate siamo state costrette ad andarcene a trovare le nostre sorelle, nella speranza che prima o poi, qualcuno indichi di nuovo che siamo delle buone consigliere e voglia vedere in noi qualcosa di positivo.- Il papero, mentre ascoltava, si rattristava sempre più ed alla fine disse:- ma allora come faranno i miei pari, cosa succederà se gli viene tolta la speranza che gli davate?- Le due figure allora si rattristarono ancora di più:- Speranza è ancora in quello stagno da dove provieni, è relegata là, tenuta prigioniera e maltrattata in ogni sorta di modo. Speranza è stata presa da qualcuno e molestata in modo da dire cose false e far vedere ai nostri simili cose che in realtà non ci sono, cose che non sono nemmeno vicine alla realtà. Vedi, tu non credevi a questa speranza ed è per questo che sei venuto qua. Chi ci crede è legato a quel luogo e non lo lascerà. Speranza è nostra sorella ed è quella che ha il potere di accentrare l’attenzione più di qualsiasi altro papero o animale. Finché continuerà ad essere torturata e a nascondere la realtà delle cose, sarà difficile che la situazione nel nostro piccolo cosmo cambi.-
-Ed allora cosa facciamo? Non possiamo lasciare tutti i miei amici, tutti quei paperi lì… cosa possiamo fare?-
-Quello che possiamo fare è aspettare che torni Buon Senso e che tutti ricomincino ad ascoltarlo.-
  • bellissimo post…anche io purtroppo mi rivedo parecchio in quel papero…che tristezza :/

    P.S. abbiamo lo stesso nome e se non ho capito male siamo entrambi informatici 🙂 quindi ne approfitto per farti un grosso in bocca al lupo per i colloqui.
    Sto pensando anche io di trasferirmi a Vancouver per cui continuerò a seguirvi attraverso il blog 😉

  • Simo

    Concordo con la storia, è proprio quello che vedo tutti i giorni. Quello che mi spinge ad andarmene dal mio stagno, però, è legato al tempo che ci vuole perché si ricominci a vedere Buon Senso. Sono davvero convinto che in Italia un giorno si vivrà bene, quasi tutti saranno felici del lavoro che fanno, si godranno le belle giornate all’aperto con i figli e avranno piacere di vivere in un paese dove la parola “democrazia” non sia solo un termine da enciclopedia perché sarà molto di più, sarà un concetto, solido come il granito delle montagne su cui (per ora) vivo. Il mio problema è che ho 31 anni e aspettarne altri 40 (quelli che secondo me servono) perché tutto torni a posto…secondo me è davvero troppo. Una cosa ancora: oggi sono andato in posta a ritirare un pacco. Adesso stanno aggiungendo anche la macchinetta dei gratta e vinci…

  • Come non essere d’accordo!!!! Tutti noi (almeno quelli che leggono questo blog) ma anche altri credo, siamo stanchissimi di questa situazione. Concordo con Simo sul fatto che un giorno in italia si stara’ meglio, ma lui (simo) ha 31 anni, e io 40. Siamo disposti ad aspettare 40 anni (mi auguro qualche anno in meno, ma comunque sempre troppi per la mia breve vita!). Io credo di no. Bravi a tutti e due per aver commentato in questa direzione…Un saluto a tutti. Flavio

  • Bellissima storia, quelli come me che sono rimasti nel loro vecchio stagno combatteranno tutti i giorni per liberare la speranza . . .

  • .. Buonsenso .. Speranza .. non so chi dei due sia stato
    .. ma pure Federica ed io abbiamo trovato un biglietto per il Canada tra le nostre cose, e ci stiamo attrezzando per andare alla ricerca del nostro spazio in qualche altro Laghetto.
    Noi pure a Vancouver, noi pure alla ricerca di Serenità e Prospettiva.

    Per ora leggiamo volentieri gli aggiornamenti.. che un po’ ci fan già essere là!

    And maybe.. see you in Vancouver!!

    Ciao Nico e Chica

  • Diego Idolo. Punto.

  • Anonymous

    a Novembre mio marito partirà per VAncouver; io lo aspetterò in questo stagno sperando però che dopo i 6 mesi abbia la possibilità e la volontà di restarci, così anche mamma papera con i suoi due paperotti potrà raggiungere papà papero e provare a vivere tutti e 4 una vita più serena… nel frattempo seguirò la vostra esperienza emozionata e piena di speranza!!!
    con affetto, Rosanna

  • Jle

    Ciao Rosanna! Spero vivamente che la mamma e i paperotti riescano a volare via e stabilirsi nel grande lago Vancouver insieme al papà papero! 🙂

    Fateci sapere e in bocca al lupo!

  • Bellissimo Post… e mostra proprio ciò che provo io! Mi veniva da piangere a leggerlo! XD!